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Mentre possediamo notizie scarse e talvolta imprecise sull’attività di eruditi e grammatici dei secoli II-IV (Terenzio Scauro, Velio Longo, Urbano, Aspro, alcuni dei quali autori di commenti a Virgilio), i Saturnalia di Macrobio offrono una preziosa testimonianza sull’abbondante letteratura virgiliana prodotta in epoca tardo-antica.

Nel IV secolo è attivo Elio Donato, autore di un perduto commento a Virgilio, oltre che di un commento a Terenzio (che possediamo, seppure rimaneggiato) e di opere grammaticali: la personalità di Donato influenza tutta l’attività erudita tardo-antica e, in particolare, quella dei suoi allievi Servio e Girolamo.

L’attività di Servio, collocabile tra la fine del IV e l’inizio del V secolo, è testimoniata da alcuni autori più tardi, come Prisciano e Isidoro di Siviglia, e, soprattutto, ci è conservata nel suo ampio commento a tutta l’opera di Virgilio, tramandato da numerosi testimoni (sulla trasmissione di Servio si veda Murgia).
L’unica edizione critica completa del commento di Servio è quella di Thilo-Hagen; è ancora parziale, invece, l’ edizione serviana di Harvard.

“Grammatico distinto” secondo Comparetti, Servio è anche “conoscitore di regole prosodiche, relative all’ordo verborum, un po’ pedante ma sensato … spesso buon giudice anche nella scelta delle lezioni” (Timpanaro). Il suo commento è una congerie di materiali, anche molto antichi, riuniti senza formare un insieme omogeneo; egli cita spesso Virgilio da fonti diverse, anche in una stessa nota; inoltre, riporta e discute numerose varianti, ma soltanto di rado indica la fonte delle sue osservazioni testuali.
Tra la fine del VI secolo e l’inizio dell’VIII un compilatore anonimo, forse irlandese, inserì nella sua copia di Servio materiali estratti da un altro commento, certamente autorevole (il perduto Elio Donato?): le aggiunte a Servio di questo ignoto erudito furono pubblicate per la prima volta nell’edizione parigina di Pierre Daniel, nel 1600, e sono note come Servius Auctus o Danielinus.

Alla fine del IV secolo si colloca anche l’attività di Tiberio Claudio Donato, grammatico e autore delle Interpretationes Vergilianae, per le quali si rimanda all’edizione di Georgii.

Il materiale esegetico non serviano fa capo principalmente alla figura di Filargirio, la cui attività erudita è da collocare, con buona probabilità, nel IV-V sec. 
Al commento di Filargirio alle Bucoliche e Georgiche attingono, verosimilmente, due opere di compilazione medievale, tràdite nei codici con i titoli di Explanatio in Bucolica Vergilii (in due versioni) e di Brevis Expositio Vergilii Georgicorum.
Inoltre, il commento di Filargirio costituisce -insieme ai commenti di Gaudenzio e Gallo– il nucleo più antico degli Scholia Bernensia, un corpus di annotazioni conservato nei margini di alcuni manoscritti di Virgilio, il più importante dei quali è Bern. 172. 
Edite in forma separata da Hagen, tali compilazioni medievali dovrebbero essere presentate, invece, in forma sinottica, come di recente ha fatto Cadili, pur se con una porzione di testo molto ridotta.
Sui materiali esegetici attribuiti a Gaudenzio, Gallo e Filargirio si vedano i contributi di Funaioli e Geymonat.

All’interno del codice Mediceo (Med. Laurent. lat. XXXIX,1), inoltre, le Bucoliche sono corredate in margine da ulteriore materiale esegetico non serviano, per la descrizione e l’edizione del quale si rimanda a Ihm.

Infine, i cosiddetti Scholia Veronensia (per i quali si vedano le “edizioni provvisorie” a cura di Lunelli) furono copiati verso la conclusione del V sec. nei margini del Virgilio Veronese (V=Veronensis XL) : forse destinati ad un pubblico colto, gli scolî trasmettono frammenti di poesia latina arcaica e notizie sull’attività dei principali grammatici antichi, dei quali citano in dettaglio e confrontano con cura le opinioni.