Papiri

Con la dicitura papiri spesso si designa una categoria più vasta e variegata di documenti antichi, comprendente, oltre a reperti papiracei veri e propri, anche frammenti membranacei, tabulae ceratae ostraca.

Notizie aggiornate sui reperti si trovano nel Catalogo dei papiri letterari greci e latini Mertens-Pack 3 dell’Università di Liegi; utili panoramiche sull’argomento offrono anche i contributi di Cavenaile e Seider.

frammenti di papiro contenenti parti delle opere di Virgilio offrono un contributo interessante alla tradizione diretta del poeta: si tratta di un notevole numero di testimoni, rinvenuti nel corso di scavi archeologici condotti in Egitto e Palestina e databili fra il I e il IV secolo d.C. Di natura assai diversa tra loro, i papiri virgiliani sono riconducibili a diverse tipologie grafiche (capitaleoncialecorsiva) e librarie (singoli fogli o parti di libri in forma di codice) e dimostrano l’interesse per il poeta e la conoscenza diffusa della sua opera anche nelle province di lingua greca.

Le testimonianze papiracee più antiche sono frammenti di fogli sciolti, databili fra il I e il II secolo: prodotti di scuola, contengono prove di scrittura di testi letterari (rielaborazioni di versi dell’Eneide) oesercizi calligrafici in elegante corsiva antica (ripetizione di un solo verso, spesso selezionato perché contenente quasi tutte le lettere dell’alfabeto) eseguiti nell’ambito di pratiche educative di natura grafica o grammaticale.

Un famoso esempio di papiro con esercizi di scrittura è PHawara 24 (Pack3 2947) consultabile sul sito che raccoglie i Papiri Hawara (o sul portale MNAMON) .

Altri frammenti appartenevano, invece, a libri in forma di codice (in papiro pergamena; nessuno tra i frammenti rinvenuti rimanda, invece, a rotoli di papiro), nei quali il testo dell’Eneide era disposto su due colonne, con l’originale in latino affiancato dalla traduzione -di solito meccanica e letterale- in greco. I codici in questione erano esemplari di formato medio (circa 30 cm in altezza e larghezza) e aspetto modesto, prodotti nella scuola o per la scuola e ad uso di abitanti delle regioni dell’Impero di lingua greca, ai quali la conoscenza del latino era necessaria per intraprendere la carriera burocratica.

Un esempio notevole è costituito dal Palinsesto Ambrosiano (BPalimps. Ambrosianus L 120 sup.), un frammento di codice scolastico proveniente dalla Siria (o dall’Egitto) e databile intorno al V-VI sec. (CLA III 306 = Pack 3 2943).

Destinati ad uso privato e vergati in rapidissime corsive usuali sono, invece, alcuni frammenti di codici che espongono il testo e la traduzione affiancati su quattro colonne, al fine di risparmiare spazio (si veda, ad esempio, il PSI 756 = Pack3 2946).

Altri frammenti, riconducibili a codici di formato più grande, appartenevano probabilmente a edizioni di lusso dell’opera di Virgilio o a copie di studio. A causa del carattere frammentario e spesso isolato di queste testimonianze è tuttavia difficile stabilirne la destinazione in modo esatto.

Il papiro Antinoopolis 29 (Pack3 2937), ad esempio, si compone di cinque frammenti appartenuti ad un unico foglio e contenenti la fine di georg. 2 e l’inizio di georg. 3: il codice da cui essi provengono era di formato piuttosto grande (secondo Seider, i fogli hanno in media la dimensione di 37,5 x 25 cm ca.), con ampi margini (adatti ad ospitare un commentario) e con titoli ed explicit vergati in rosso. Significativa è anche la scelta di vergare il codice in onciale, un tipo di scrittura destinata ad uso esclusivamente librario. Particolarmente interessanti sono le glosse interlineari e un argumentum al terzo libro delle Georgiche, forse dovuto ad una mano diversa da quella del copista principale. Datato fra il IV e il V secolo, proveniente dall’Egitto (Petrucci), regione in cui fu trovato, o dalla Siria (Lowe), il codice in questione era, verosimilmente, un manufatto di lusso per uso privato, forse appartenuto ad un collezionista orientale colto e poliglotta.

Restano infine documenti riportati su “materiali di fortuna”, come ostraca o tavolette cerate. Particolarmente interessanti sono alcuni esercizi di scrittura ritrovati a Vindolanda (attuale Chesterholm, ai confini con la Scozia) e databili al I-II sec. d.C. : in un caso forse un verso virgiliano era anche accompagnato da un disegno illustrativo (Tab. Vindoland. 2.121 = Pack3 3026.82).

Nel complesso, il corpus costituito dalle trentacinque testimonianze papiracee superstiti dell’opera di Virgilio (edite recentemente da Scappaticcio), dimostra che anche nelle aree periferiche dell’Impero il testo di Virgilio godeva di una notorietà trasversale ai vari strati sociali e che le opere del poeta erano destinate all’insegnamento scolastico primario o superiore, ma anche alla lettura colta e al possesso di prestigio.